La lettura del Decreto sblocca-cantieri, pubblicato col numero 32\2019, riserva delle sorprese: accanto a novità importanti e ampiamente anticipate come la modifica del subappalto, ve ne sono altre altrettanto rilevanti, sulle quali nascono i primi problemi interpretativi.
Così è per il nuovo testo dell’articolo 80, che introduce la possibilità per le stazioni appaltanti di escludere dalle gare quelle imprese per le quali siano state contestate violazioni di carattere tributario o contributivo superiori a 5.000 euro, anche se non accertate definitivamente. Pur trattandosi di una facoltà e non di un obbligo si tratta pur sempre di una spada di Damocle, che pende sul capo di quelle imprese destinatarie di un avviso di accertamento che hanno proposto un ricorso, che magari verrà accettato ma che intanto produrrà un danno irreparabile all’impresa esclusa dalla gara.
La norma si inserisce in quel filone di pensiero non solo italiano ma anche in parte europeo che dà un valore di per sé sanzionatorio all’avvio di un’indagine vuoi fiscale che di altra natura, prassi denunciata nel caso di specie come lesiva del diritto alla difesa, con conseguente rischio di incostituzionalità dall’Associazione dei dottori commercialisti.
In effetti nonostante che l’integrazione dell’articolo 80 ci “venga chiesta dall’Europa”, come in genere si risponde per scaricare la responsabilità altrove, viene obiettato che nel recepimento della direttiva è necessario tener conto della specificità di un sistema tributario e contributivo complesso come il nostro, che induce spesso ad errori e che spesso aggredisce sulla base di un fumus generico.
Un’altra modifica di rilievo riconosce nuovamente ai tecnici della Pubblica Amministrazione l’incentivo alla progettazione nella misura massima del 2%, che precedentemente era riservato solo alle attività di programmazione e di controllo. La novità contenuta nell’articolo 113 ha lo scopo di non sottovalutare il patrimonio di competenze professionali esistenti nella PA e manda un segnale importante alle Amministrazioni perché quelle risorse le utilizzino e le valorizzino. Nella stessa ottica il nuovo testo dà ai tecnici uno stimolo maggiore a impegnarsi nella progettazione, a fronte di un incentivo, che può costituire un incremento apprezzabile della retribuzione base. Siamo qui di fronte al superamento di quella visione che vede la Pubblica Amministrazione come un soggetto prevalentemente programmatore e controllore di attività, che – secondo quella visione – dovrebbero essere per la maggior parte esternalizzate ai privati.
La soluzione sembra peraltro corretta – nonostante l’ovvia contrarietà di alcuni Ordini professionali – nel quadro di un pieno utilizzo delle risorse professionali della Pubblica Amministrazione.
Gaetano Scognamiglio, Presidente PROMO P.A. Fondazione