Next Generation Eu sarà, nelle prospettive che si stanno delineando, uno strumento per supportare la ripresa economico-sociale, con un’accelerazione rispetto ad alcune riflessioni, già parte dell’Agenda Europa per la Cultura e in quella 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Nelle intenzioni il NGEU si propone di tutelare la vita umana ed i necessari mezzi di sostentamento, di “riparare” il mercato unico, per costruire una ripresa duratura e prospera e infine di guardare alla “sostenibilità sociale” come obiettivo comune e ultimo delle politiche dei Paesi membri, azione cui non è più possibile prescindere.
«l’Europa si risolleverà più competitiva, più resiliente e più sovrana di prima»: con queste parole Johannes Hahn, commissario europeo responsabile per il Bilancio della Ue ha chiosato la sua presentazione del Piano, seguito da Maroš Šefčovič, vicepresidente per le Relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche, che ha voluto ribadire che sarà indispensabile «far convergere tutte le nostre iniziative verso l’obiettivo del superamento della crisi, del rilancio dell’economia europea e del saldo instradamento dell’Unione su un percorso di ripresa resiliente, sostenibile ed equa».
Ebbene, a chi da anni si muove nel mondo della cultura pare naturale che la cultura abbia un ruolo determinante nel raggiungimento degli obiettivi del Piano, poiché elemento cardine e strumento della resilienza, dello sviluppo sostenibile e della sostenibilità sociale. Non a caso la Convenzione di Faro, appena (finalmente!) ratificata anche dall’Italia, afferma che «la conservazione dell’eredità culturale, ed il suo uso sostenibile, hanno come obiettivo lo sviluppo umano e la qualità della vita».
Ma come valutare le attività sui territori, capire se sono allineate o meno a questa policy e motivare le proposte di investimento finanziario in cultura?
L’Unesco su questo punto nel mese di gennaio 2020, all’albeggiare della pandemia Covid-19, ha pubblicato “Culture 2030 Indicators” (Ci), un quadro di indicatori tematici il cui scopo è misurare e monitorare il contributo che la Cultura può offrire all’interno del framework degli obiettivi dello sviluppo sostenibile. Il documento si inserisce nelle riflessioni dell’Agenda, e valorizza il ruolo della Cultura sia come settore di attività a sé stante, sia come elemento trasversale ai diciassette obiettivi (SDGs) strategici che l’Agenda propone. Sviluppati grazie al lavoro congiunto di un gruppo di esperti, gli indicatori si basano sulle dimensioni dell’Agenda Europea della Cultura – economica, sociale e ambientale dello sviluppo – e propongono una possibile lettura del «ruolo trasformativo» della Cultura, intesa in senso materiale e immateriale.
Il tema è ampio e gli indicatori trasversali. Proprio per questo i temi che toccano, direttamente e indirettamente, saranno oggetto delle riflessioni degli oltre 20 appuntamenti di LuBeC 2020 (www.lubec.it), che l’8 e il 9 ottobre tornerà a Lucca, con il titolo significativo “Ripartire con la cultura. Ripartire dalla Cultura”.
Francesca Velani, Vice Presidente PROMO PA Fondazione