Il percorso per la proposta di un Manifesto condiviso per il welfare culturale è stato sostenuto dalle Regioni Emilia-Romagna e Toscana, e curato da Promo PA Fondazione a partire dal 2021.
Nasce dalla consapevolezza che il welfare culturale costituisce un ambito di intervento imprescindibile per portare ben-essere attraverso la cultura a territori e comunità.
Il Manifesto condiviso per lo sviluppo del welfare culturale rappresenta un passaggio fondamentale verso il salto di scala necessario nel nostro Paese per superare la fase pionieristica. Coglie le opportunità di una traiettoria europea di forte crescita delle policies dedicate al rapporto tra Cultura e Salute, nella consapevolezza di quanto sia determinante oggi lo sviluppo del dialogo tra i due sistemi per il ben-essere dei cittadini. Molti e sempre più ampi sono i programmi promossi dall’UE, e a livello nazionale da diversi territori come Piemonte, Marche e Puglia, e certamente da Toscana ed Emilia-Romagna che oggi, con questa proposta, ci portano oltre pensando in termini di sistema Paese, al di là dei confini territoriali. Con CCW-Cultural Welfare Center come partner si prosegue in questa direzione nazionale.
Il Manifesto | Le proposte dalle Regioni
Il percorso intrapreso ha favorito la formazione di una comunità di pratica trasversale per settori ed aree di intervento che, riconosciuta l’importanza del processo in atto, si è unita e ha co-progettato proposte e strumenti, impegnandosi nella redazione del documento che qui si presenta, nato da un impegno di oltre 500 enti e organizzazioni della cultura e del sociale, pubblici e privati.
Nella consapevolezza che in Italia ad oggi non esistono politiche nazionali strutturate sul tema, bensì sul territorio diversi soggetti pubblici e privati hanno maturato programmi ed esperienze pratiche, la Regione Emilia-Romagna, la Regione Toscana, Promo PA Fondazione, e la comunità professionale pubblica e privata che ha aderito al percorso, riconoscono il welfare culturale come modello integrato di ben-essere per la comunità da promuovere e sostenere.
Individuano la necessità che tale riconoscimento sia legittimato negli strumenti normativi e di indirizzo culturale, anche attraverso azioni congiunte tra le aree culturale – educativa, socio-sanitaria e formativa.
Dichiarano che, affinché tale modello possa generare processi e servizi maturi e stabili, è necessario investire strategicamente nelle aree di competenza delle Regioni stesse, elaborando indicazioni e strumenti perché sui territori possano essere sviluppate progettualità nell’ambito del welfare culturale, agendo sulla formazione e sull’istruzione, per fornire le competenze necessarie.
Riconoscono altresì che per l’affermarsi di servizi di welfare culturale e per la qualificazione dei relativi processi, debba essere favorito il dialogo e la collaborazione tra i diversi settori sociale, sanitario, educativo e culturale, facendo leva sugli spazi esistenti per individuarne altri idonei all’attivazione di veri e propri servizi.
Tanto premesso, definiscono, a valle del processo di co-progettazione e approfondimento svolto, quattro aree di intervento prioritarie come pilastri di un percorso da condividere e sviluppare insieme al tavolo di Coordinamento Cultura delle Regioni e ai relativi sistemi territoriali pubblici e privati:
- La normativa di indirizzo per le organizzazioni culturali
- La filiera della formazione e dell’istruzione
- La valutazione d’impatto
- Le reti transettoriali
A breve sarà disponibile il testo completo del MANIFESTO CONDIVISO PER LO SVILUPPO DEL WELFARE CULTURALE sulla piattaforma manifestowelfareculturale.promopa.it
Il documento è stato presentato in anteprima a LuBeC – Lucca Beni Culturali, il 9 ottobre 2024, nell’ambito del Cantiere sostenibilità sociale Welfare culturale: dalle policies agli strumenti attuativi per i territori (programma a questo link).
La sottoscrizione e diffusione del Manifesto
Il passo successivo consiste nella condivisione del Manifesto anche con altre Regioni per un maggiore riconoscimento dell’importanza dell’investimento in materia di welfare culturale e per coinvolgere diversi sistemi sul territorio nazionale, oltre alla sua diffusione e promozione nell’ottica di un’ampia sottoscrizione delle istituzioni.
La sottoscrizione del Manifesto sarà possibile a breve tramite la piattaforma dedicata manifestowelfareculturale.promopa.it
L’iniziativa sta avendo ampia diffusione anche grazie all’articolo Welfare culturale: legittimazione istituzionale in corso pubblicato il 6 dicembre 2024 su Letture Lente – AgCult in collaborazione con CCW-Cultural Welfare Center.
Contesto e percorso interregionale del Manifesto | Evidenze dalla comunità di pratica
Due differenti rilevazioni condotte sul territorio emiliano – la prima sullo stato dell’arte delle collaborazioni in essere tra cultura e salute e la seconda, in approfondimento, su accessibilità e inclusione nei musei -, unitamente al consolidamento e riconoscimento di protocolli regionali in ambito welfare culturale in Toscana, hanno restituito gli elementi di indirizzo per sviluppare il percorso di conoscenza, formazione e networking dedicato alle diverse anime della materia che ha portato al Manifesto: “Progettare per le persone: per una cultura accessibile“.
Tale percorso, realizzato tra novembre 2023 e giugno 2024 dalle due regioni, è nato per offrire un sostegno concreto ad operatori culturali e socio-sanitari, verso lo sviluppo di luoghi sempre più accessibili e inclusivi, individuando proprio nell’accessibilità il presupposto per il realizzarsi di progetti di welfare culturali duraturi.
L’analisi degli esiti degli incontri ha restituito i temi rilevanti discussi nella fase conclusiva del percorso di formazione e networking, da quella comunità di pratica che si è costituita intorno al progetto. Partecipanti ed esperti di entrambe le regioni, riuniti nel giugno del 2024, hanno prodotto un set di riflessioni utili a orientare le prossime azioni delle regioni in materia di accessibilità e inclusione, nel più ampio quadro del welfare culturale, che hanno costituito la base per il Manifesto.
Tali riflessioni riguardano tre principali aree di attenzione:
1. Condivisione, networking, piattaforma. I progetti, le metodologie, gli strumenti e le strategie messe in atto dalle istituzioni culturali in merito all’accessibilità e al welfare culturale sono molteplici, ma poche sono le pratiche condivise, che permettono di dare continuità a riflessioni e sperimentazioni, e altresì le opportunità di aggiornamento continuo. I tavoli hanno riflettuto sugli elementi necessari per costruire una piattaforma che possa costituire un punto di riferimento su questi temi, mettendo in rete i professionisti in materia, le buone pratiche e le soluzioni efficaci già sperimentate, materiali e risorse di approfondimento. La piattaforma è vista come uno spazio di incontro tra domanda e offerta nel campo dell’accessibilità e del welfare culturale
2. Dalle competenze ai profili professionali. L’esigenza di individuare competenze e profili professionali che possano occuparsi di accessibilità e welfare culturale in modo stabile è sempre più sentita, sebbene restino da condividerne i modi in cui inquadrarne le responsabilità, le funzioni, ma anche le competenze necessarie.
I tavoli hanno avviato una riflessione allargata sul tema, considerando pubblici obiettivo ampi, e non solo target con disabilità e/o fragilità. Le possibili professionalità sono state proposte a partire da set di competenze e profili “dati”, guardando anche le possibili interrelazioni con le ADA – Aree Di Attività – esistenti, indispensabili per lavorare mettendo in rete istituzioni culturali diverse, e dialogare con il sistema di istruzione e formazione.
Dal punto di vista dell’esperienza è stata evidenziata la necessità di formare professionalità flessibili e dotate di autonomia operativa. Fondamentale – per la coralità dei partecipanti – la formazione di un profilo preparato che operi direttamente nello staff di direzione, collaborando in prospettiva altamente strategica intercettando i bisogni sociali (quotidiani, diversissimi e numerosi) grazie a una mappatura territoriale costante e aggiornata (quindi del tessuto associativo oltre che del contesto prettamente museale), rilevando i vari portatori di interesse al di fuori dell’istituto culturale, in qualità di attore/attrice di reti trasversali. Una figura che, peraltro, potrebbe anche essere condivisa tra istituzioni diverse, garantendo così maggiore sostenibilità.
3. La valutazione d’impatto. La valutazione dei progetti è essenziale per comprendere le ricadute e l’impatto delle azioni e dei progetti sui singoli e sulla società, ma anche per costruire progettualità significative, verificandone in itinere l’efficacia: questo vale per i musei, i teatri, le biblioteche e in generale per tutte le organizzazioni culturali orientate a generare, in modo consapevole, effetti positivi. I tavoli hanno riflettuto sulle sfide più attuali poste nell’ambito della valutazione, e si sono focalizzati sull’impatto sociale, e gli strumenti e le metodologie già testate da adottare o verificare e migliorare.
Le molteplici azioni già in essere nelle due Regioni hanno evidenziato che i territori sono maturi nelle pratiche di welfare e che ci sono buone connessioni tra i sistemi cultura e sistema sociale. Ancora complesso appare il rapporto con il sistema sanitario, per cui è necessario creare una rete di supporto in grado di attivare sinergie.
Più in generale i tavoli hanno sottolineato quanto le politiche regionali possono impattare sullo sviluppo in termini di innovazione e risposta ai bisogni delle organizzazioni stesse, e condiviso e sostenuto la proposta di attivazione interna delle Regioni, per parte tecnica, per far fronte ai cambiamenti e alle necessità presenti.
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Per maggiori informazioni sul Manifesto: cultura@promopa.it
Per approfondimenti sul tema si segnala anche il Dossier sul welfare culturale curato da Letture Lente – AgCult in collaborazione con CCW-Cultural Welfare Center: DOSSIER