Il Project Management è quella disciplina nata negli Stati Uniti al tempo del progetto di costruzione della bomba atomica, il cosiddetto progetto Manhattan, che pian piano è cresciuta fino a diventare uno standard internazionale, che assicura l’applicazione di metodi, strumenti tecniche e competenze a un progetto nelle sue diverse fasi di vita, secondo la definizione della norma Uni En Iso 21500 “Guida alla gestione dei progetti”.
Il fenomeno appare interessante soprattutto guardando ad una possibile iniezione di efficienza anche per la Pubblica Amministrazione. Secondo i dati del Project Management Institute, l’associazione mondiale dei project manager, infatti gli enti governativi sprecano 97 milioni di dollari per ogni miliardo di dollari investito in progetti e programmi. Come argine alla mala gestio, il Project Management può costituire una “lingua unica” per il mondo privato e pubblico perché i progetti siano gestiti nel rispetto dei vincoli di tempi costi e qualità, contribuendo a garantire un miglioramento della spesa pubblica e maggiore capacità nella gestione dei lavori pubblici.
Per avere un ordine di grandezza, basti pensare che il Pmi ha compiuto nel 2019 il suo cinquantesimo anniversario, raccoglie oltre tre milioni di professionisti in tutto il mondo che si occupano di Project Management. Il gap nel sistema italiano è ancora grande considerato che l’omologa associazione italiana, l’Istituto Italiano di Project Management, è nata solo nel 2005 e ed ha rilasciato circa 12.000 certificati. Tuttavia la domanda di professionalità è in crescita, la professione risulta tra le 10 più richieste dalle aziende.
Queste sono le ragioni che hanno ispirato le linee guida ANAC n. 3 laddove prevedono che, a prescindere dall’importo del contratto, per i lavori particolarmente complessi, il RUP debba avere, oltre ai requisiti generali, adeguata competenza quale Project Manager, acquisita attraverso la frequenza di corsi di formazione in materia di Project Management. Tale possibilità è prevista dall’art. 31 del Codice dei contratti, che prevede che le stazioni appaltanti possano far svolgere attività formativa obbligatoria per tutti i dipendenti, con i requisiti idonei al conferimento dell’incarico di RUP.
L’obbligo scatterà a decorrere dalla data di entrata in vigore del nuovo sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, tuttavia la formazione in materia è complessa e richiede corsi specialistici certificati anche di lunga durata, che le stazioni appaltanti più attente hanno già cominciato ad organizzare.
Dal 2017 con la pubblicazione della Norma Uni 11648 esiste la certificazione delle competenze per la figura professionale del Project Manager, rilasciata da Organismi di Certificazione riconosciuti da Accredia, che attestano il possesso delle competenze richieste, con la conseguente iscrizione in un registro dedicato. Le certificazioni “di terza parte” hanno valore per la legge italiana e, in base agli accordi europei di mutuo riconoscimento, chi la consegue può richiedere l’inserimento in analoghi registri degli altri paesi UE.
PROMO PA organizza in house corsi base ed avanzati specifici per la PA, con la supervisione scientifica dell’Istituto Italiano di Project Management (ISIPM), finalizzati anche al conseguimento della certificazione del personale.
I corsi sono rivolti a responsabili di attività progettuali, funzionari e dirigenti di tutti i settori della PA e, in generale, a tutti coloro che nella propria Amministrazione avvertono un’esigenza di cambiamento e desiderano conoscere nuove opportunità e prospettive di sviluppo.
Ioletta Pannocchia, Direttore Generale PROMO PA Fondazione