Gaetano Scognamiglio, Presidente PROMO P.A. Fondazione
Un'altra riforma non finanziata. Anche al D.Lgs. 74/2017 che modifica produttività, valutazioni e performance, si applica infatti la clausola dell'invarianza della spesa, che caratterizza ormai tutto il processo di riforma della Pubblica Amministrazione. C'è da sperare che la prevista abolizione dei tagli alla formazione del decreto Monti del 2010 possa consentire un adeguato accompagnamento all'applicazione delle nuove norme.
In attesa di conoscere il testo ufficiale si possono fare alcune osservazioni sul provvedimento, peraltro già noto nella versione bollinata dal MEF, che incide in modo chirurgico su 17 articoli del decreto Brunetta – il D.Lgs. 150/09 – intervenendo sui singoli commi con integrazioni, modifiche, aggiunte e soppressioni.
Tre sono i punti che richiamano l'attenzione:
- come si ricorderà la riforma Brunetta era rimasta incagliata (con il blocco della contrattazione) sull'applicazione delle famigerate fasce in cui doveva essere differenziata l'erogazione dei premi ed è qui l'intervento più significativo del nuovo Decreto, che semplicemente abolisce l'articolo 19 del D.Lgs. 150/09, quello sulla differenziazione delle valutazioni, rinviando la materia alla contrattazione nazionale;
- crescono i compiti e le responsabilità degli organismi indipendenti di valutazione, già professionalizzati con il Decreto del dicembre scorso istitutivo dell'albo: pareri vincolanti e un ruolo più attivo in tutto il percorso di valutazione rendono questi organismi protagonisti di una fase cruciale di tutto il processo di riforma, che inevitabilmente perderà di smalto se non si riuscirà a coniugare performance, merito, produttività e premi;
- si amplia il perimetro degli effetti delle valutazioni, che incideranno non solo sui premi ma anche sul "riconoscimento delle progressioni economiche, sull'attribuzione di incarichi di responsabilità al personale nonché sul conferimento degli incarichi dirigenziali" (così la modifica dell'art. 3 del D.Lgs. 150/09).
É presto per dare un giudizio, che va riservato a una più approfondita lettura. Certo è che il nuovo Decreto rende più incisivo il processo di valutazione, sia sotto il profilo degli obblighi che sotto quello delle competenze. Sta molto agli operatori decretarne il successo, non facile considerata la sfiducia verso questi strumenti, che si inquadra in una freddezza generale verso il processo di riforma, certificata dall'ultimo rapporto sulla “PA vista da chi la dirige”, che registra un disagio crescente alimentato da una ipertrofia e instabilità legislativa, che si accompagna a un marcato aumento delle responsabilità a carico di dirigenti e funzionari
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