C’è un coprotagonista nella gestione dei progetti del Recovery Plan Italiano o PNRR, oltre il MEF, anzi ce ne sono tanti quante sono le PA italiane e sono gli Uffici del Personale.
Come negli anni scorsi in pieno fiscal compact le Ragionerie erano i riferimenti centrali – non solo nel dare la copertura finanziaria ma spesso anche nel valutare il merito – per la messa a terra di qualsiasi progetto, da ora e nei prossimi anni, fermo restando il loro ruolo, cresceranno di importanza strategica i responsabili delle risorse umane.
I tempi stretti, le condizionalità rispetto al raggiungimento degli obiettivi necessitano infatti di un esercito pronto a impegnarsi nei risultati, come da anni si auspica per la PA con poco successo, anche in verità per i condizionamenti di una legislazione ipertrofica e instabile.
In questo quadro gli uffici del personale saranno i registi del cambiamento organizzativo, sotto due aspetti: il primo comincia dalla individuazione di profili professionali nuovi, adeguati alla necessità future. La selezione del personale non può quindi limitarsi a una mera operazione di sostituzione o di copertura di dotazioni organiche varate in contesti diversi, che si limiterebbe a replicare l’organizzazione preesistente.
Alla capacità di interpretare e applicare velocemente le nuove norme sul reclutamento del personale e le relative procedure concorsuali, si dovrà dunque unire una componente più manageriale, di regista appunto del cambiamento nel saper interpretare e prevedere le nuove competenze necessarie per raggiungere, nell’ambito della propria missione, gli obiettivi del PNRR.
L’altro aspetto è quello di saper incidere in modo non solamente formale sull’organizzazione del lavoro, che attraverso la razionalizzazione dei vari strumenti di governance, nel PIAO, consentirà di concentrarsi nel merito più che nell’adempimento formale della norma.
Ultimo ma non per importanza, anche per il riflesso motivazionale che può produrre una formazione di qualità, l’aggiornamento permanente del personale, che finalmente appare svincolato dalle limitazioni finanziarie e dotato di rilevanti risorse nel PNRR, che ammontano già nel 2021 a circa 30 milioni di euro (nella missione 1, C1- 2.3.1 e 2.3.2) e che potranno favorire una qualificazione di livello e una riconversione ove necessario di alcune qualifiche a patto che i fondi siano messi a disposizione in modo diffuso fra le Amministrazioni.
Gaetano Scognamiglio, Presidente PROMO PA Fondazione