Sono stati pubblicati dall’Agenzia della Coesione Territoriale i dati su l’attuazione finanziaria della programmazione comunitaria 2014-2020 relativamente all’anno contabile 1.7.2017- 30.06.2018.
I dati si basano sulla certificazione delle spese sostenute entro il 30.06.2018, certificazione che le Autorità responsabili di tutti i 51 Programmi operativi del ciclo 2014-2020 hanno presentato alla Commissione europea, unitamente alla domanda di rimborso.
Questa verifica infra-annuale sulla spesa certificata ha l’obiettivo di misurare l’assorbimento delle risorse comunitarie in corso d’anno e dare indicazioni in relazione all’obiettivo di piano utilizzo delle risorse in scadenza.
Dalla verifica emerge che, complessivamente, la spesa certificata alla Commissione europea è di 4.472.749.147 euro, ovvero 1.817.735.087 euro in più rispetto al 31.12.2017.
I risultati non sono incoraggianti: stando ai dati presentati dall’Agenzia, soltanto 32 dei 51 programmi operativi hanno superato il target infra annuale mentre 19 non hanno raggiunto tale obiettivo.
Da notare, in particolare, che anche Pon Governance e Pon Metro (gestiti dalla stessa Agenzia per la Coesione), raggiungono solo parzialmente i risultati prefissati.
Infatti, se la spesa del Pon Governance per il fondo Fesr arriva al’83,5%, per il fondo Fse, gestito dal Dipartimento della Funzione pubblica, essa si arresta al 42,4%. I dati non sono migliori per la spesa certificata dal Pon Metro che raggiunge il 55,7% per il Fesr e il 42,1%per Fse.
Critica anche la situazione per Marche e Umbria, regioni destinatarie di risorse aggiuntive per i territori terremotati, le cui spese certificate si attestano rispettivamente al 27,2% e al 24,4% del Fondo Fesr mentre il dato più basso in assoluto si registra per l’8,4% del Pon Fse della regione Calabria.
Rispetto agli obiettivi tematici ritardi importanti si segnalano nella certificazione della spesa per l’OT2 (banda larga) che non supera il 49,6%, e l’OT8 (lavoro) che raggiunge soltanto il 43,1%. La spesa certificata per OT 11, destinato al rafforzamento della PA è del 46,1%.
In merito alle criticità qui esposte l’Agenzia segnala che il ritardo di certificazione è conseguenza di complessità organizzative (quali la numerosità di Organismi intermedi) e operative (quali la regola della chiusura dell’anno contabile introdotta in questo periodo di programmazione che rende più vantaggioso certificare la spesa a valle della data del 31.07, se si prevede un innalzamento del tasso di cofinanziamento comunitario).
Risolvere queste criticità e ridisegnare lo scenario della governance tecnico amministrativa che fa da sfondo alla spesa dei Fondi Comunitari, è una sfida alla quale, ora più che mai, non è più possibile sottrarsi se non si vuole incorrere nel sempre paventato rischio del disimpegno: un immaginario cupo, che potrebbe tradursi in una realtà ancora più asfissiante.
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