Gaetano Scognamiglio, Presidente, PROMO P.A. Fondazione
Ritardi della burocrazia, colpe della burocrazia, assurdità burocratiche sono espressioni che si leggono e si ascoltano giornalmente. Tutto vero ma si sa che vendono di più le notizie negative che quelle positive e che gli approfondimenti sono difficili se non impossibili, specie se la comunicazione deve adeguarsi al linguaggio a caratteri limitati tipico della rete.
La burocrazia sicuramente ci mette del suo ma è nel contempo lo specchio della legislazione. Il pane che produce ha il sapore della farina che le fornisce il legislatore, che non sempre è di buona qualità.
Negli ultimi tempi paradossalmente la burocrazia è anche essa (insieme alle famiglie e alle imprese) vittima di una legislazione ormai solo emergenziale, dalla quale arrivano messaggi incoerenti, contraddittori, ripetitivi.
Se mi rimetto (perché lo sono stato fino a dieci anni fa) nei panni del burocrate, specie se sul fronte in prima linea a contatto con i problemi della gente da risolvere, ho davanti a me due opzioni. Da un lato quella di passare il mio tempo a compulsare leggi e regolamenti con la lente di ingrandimento (perché la legge di oggi nasconde in un comma – avulso magari dall’oggetto del provvedimento – la modifica di una disposizione della legge di ieri, in attesa che la legge di domani la ripristini). Dall’altro agire comunque sulla base della professionalità acquisita, dell’esperienza e del buon senso, sperando di non calpestare una mina normativa nascosta da qualche parte. E non è finita perché per ogni norma fioccano le interpretazioni e le circolari attuative che provengono da autorità diverse, che spesso si esprimono in modo contrastante. Né posso sperare nell’aggiornamento attraverso la formazione permanente perché qualcuno ha a suo tempo pensato bene di dimezzare i budget destinati allo scopo.
Da che parte si va con questo sistema? Come si fanno a realizzare le innovazioni strutturali di cui il Paese ha bisogno con la farraginosità legislativa, che è una manomorta alimentata da posizioni di rendita che a loro volta ne alimentano altre? Come attuare l’agenda digitale, come dare contenuto al modello delle smart city, come far funzionare veramente il necessario rapporto pubblico privato per ridare slancio agli investimenti?
Come se ne esce insomma? Dando voce al disagio crescente degli operatori per incidere sulla legislazione, che va ridotta, razionalizzata e riportata alla sua naturale vocazione di disciplinare le fattispecie in modo generale e astratto. Quindi smart regulation, per liberare la burocrazia dalla paralisi indotta dalla ragnatela legislativa e per ridare fiato a famiglie e imprese, attraverso un’innovazione reale.
Su questo tema, in linea con la mission della Fondazione, si svolgerà il convegno organizzato il 13 dicembre a Roma al CNEL, in occasione del decennale di PROMO PA.
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