Annalisa Giachi, Responsabile Ricerche, PROMO P.A. Fondazione
Come noto, la maggior parte delle inefficienze, degli sprechi e dei ritardi che si generano nella filiera degli appalti pubblici di beni, servizi e lavori sono dovuti alla difficoltà di introdurre innovazioni che abbiano un impatto sull’intero processo organizzativo degli acquisti, e, di conseguenza, sulla qualificazione degli operatori e dei fornitori e sul sistema più generale delle competenze della Pubblica Amministrazione.
Non a caso il dibattito attualmente in corso sulla cosiddetta spending review si sta concentrando sempre di più su questo comparto (i cosiddetti consumi intermedi) nel quale la spesa pubblica è andata crescendo a ritmi vertiginosi nell’ultimo decennio. Intervenire in questo settore significa non solo analizzare dove si annidano gli sprechi ma, più in generale, comprendere come si genera la domanda interna di acquisto, come si gestisce e si valuta il parco fornitori, come funzionano gli uffici che si occupano di gare e contratti.
In particolare il settore degli appalti di lavori presenta nel nostro Paese un pesante livello di regolamentazione ed è soggetto a cambiamenti normativi continui e spesso contradditori. Ciò determina nei dirigenti un’attenzione predominate alle norme piuttosto che alle performance dei fornitori ed all’efficienza dei processi, reiterando la difficoltà ad utilizzare strumenti innovativi che richiedono l’esercizio di un forte potere decisionale da parte del dirigente.
In questo quadro Innovazione, Responsabilità, Qualità, diventano le parole chiave di ogni riflessioni sul futuro del mondo degli approvvigionamenti e i concetti attorno ai quali sviluppare proposte operative volte a recuperare efficienza ed efficacia nei processi.
Promo PA Fondazione, in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata e con il supporto di Ance e BravoSolution, sta lanciando proprio in questi giorni il primo Rapporto Nazionale “Come Appalta la PA” – L’innovazione nella gestione degli appalti di lavori pubblici per l’aumento dell’efficienza dei processi di affidamento, che si inserisce nell’ambito di una riflessione più ampia iniziata qualche anno fa sul tema dell’innovazione nel public procurement e che rappresenta una prima riflessione sistemica e ad ampio raggio sul tema dell’innovazione nei processi di acquisto di lavori all’interno delle strutture pubbliche e delle Aziende cosiddette “regolamentate” (ovvero soggette ai Codice degli appalti Pubblici per quanto riguarda gli approvvigionamenti).
La ricerca intende approfondire la tematica del miglioramento dell’efficienza e l’efficacia degli approvvigionamenti di opere e lavori ai fini del contenimento della spesa pubblica e in generale del miglioramento della performance, dell’efficienza e della trasparenza della PA.
A tale scopo 300 dirigenti che si occupano di appalti di lavori saranno interpellati sulle questioni strategiche legate al processo di acquisto, dal punto di vista dell’organizzazione interna della funzione e delle sue relazioni con i segmenti a monte (strategie, programmazione e progettazione) e a valle della filiera (monitoraggio, valutazione, analisi della performance).
L’obiettivo è ricostruire le dinamiche innovative del processo di approvvigionamento lavori, sviluppando focus di approfondimento annuali che derivano dai temi di maggiore attualità e dalle esigenze emerse dal confronto con gli stessi dirigenti degli Uffici.
Alla luce delle risultanze emerse dall’analisi, saranno presentate alcune proposte concrete di innovazione nella gestione del processo di assegnazione degli appalti di lavori attraverso le quali si intende fornire un apporto di riflessione e di idee alla nuova regolamentazione del settore. In generale l’indagine intende rappresentare un contributo al dibattito in corso sull’emanazione della nuova Direttiva Appalti.
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