Raramente coesistono nella stessa persona le esperienze e le competenze di alto burocrate con quelle di un amministratore pubblico. Chi le possiede ha una sensibilità particolare nell’interpretazione e applicazione di una normativa in costante evoluzione quale quella degli Enti Locali.
È il caso di Guido Sechi, che nel suo ultimo lavoro “Il Governo Comunale” (editoriale scientifica Napoli – maggio 2021), affronta il tema del governo locale forte dell’esperienza maturata come Segretario Generale di vari Enti, per ultimo del Comune di Sassari dove ha ricoperto altresì il ruolo di Direttore Generale, nonché di Commissario Straordinario, ruolo poi affidatogli anche per la Provincia, per non parlare degli altri ruoli ricoperti nel corso di una carriera di grande successo.
Il testo affronta in modo organico e dettagliato, con copiosi richiami alla dottrina e alla giurisprudenza, attribuzioni e compiti degli organi di Governo, Consiglio, Sindaco e Giunta Comunale e tutta la materia del controllo sugli organi. In questa parte la sensibilità dell’autore si rivela nella lucida trattazione dei sistemi elettorali, della loro evoluzione e dell’impatto sui sistemi di governance locale. Il tutto, trattato alla luce della giurisprudenza prevalente, ne fa un prezioso strumento di lavoro per funzionari e dirigenti nelle pubbliche amministrazioni locali. Analoga puntuale rappresentazione del quadro giuridico si trova nella parte che affronta il tema delicatissimo dei rapporti fra Segretario e Direttore Generale degli Enti Locali. Di particolare interesse l’excursus del ruolo del Segretario e l’approfondimento sui motivi che hanno portato al processo di riforma dello status della categoria, frutto delle contraddizioni irrisolte dal Testo Unico n. 267/2000. Sul punto l’Autore sottolinea in particolare che la figura del Segretario, così come si è poi delineata negli interventi legislativi successivi, gli consente di “intervenire sia nella fase procedimentale di formazione degli atti, sia nella fase decisionale, a richiesta o di propria iniziativa, con riguardo a tutti gli aspetti giuridici legati a un più efficace raggiungimento del fine pubblico”.
Nella disamina dei rispettivi ambiti di azione del Segretario e del Direttore Generale non mancano le considerazioni critiche sulle questioni lasciate aperte dalla legislazione, nei casi in cui in assenza della nomina del Direttore Generale, il Segretario si trova a svolgere le competenze dei dirigenti senza essere investito di un potere gerarchico funzionale nei loro confronti. Sul rapporto specifico fra le due figure l’Autore sottolinea che la collaborazione è indispensabile ma complessa perché non si basa su un vincolo gerarchico ma piuttosto su un equilibrio di ruoli che ha necessità di una disciplina di dettaglio, che dev’essere contenuta nel regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi.
Si è accennato alla duplice sensibilità dell’Autore, come alto burocrate e amministratore. Questa sensibilità è particolarmente evidente nel capitolo finale delle proposte dove si sottolineano in particolare due aspetti: da un lato la situazione di paralisi delle Province, e la necessità di ridare funzioni a quegli enti il cui ruolo era stato costruito sulla base della legge Delrio che aveva le sue (deboli) radici nella prospettiva di un progetto di riforma costituzionale rimasto tale. Dall’altro è sottolineata la necessità di procedere alacremente a una ormai indispensabile modifica del Testo Unico, (in alcuni punti di non secondaria importanza, tra i quali si ricorda la modifica della legge elettorale nei Comuni superiori ai 15.000 abitanti, con l’introduzione del sistema maggioritario a turno unico), che risulta trasmessa proprio in questi giorni al Senato (Atto n. 2462) dopo l’approvazione della Camera (AC 1356). In questo contesto il libro di Guido Sechi, s’inserisce perfettamente negli approfondimenti che faranno le Commissioni competenti del Senato, i cui membri troverebbero grande giovamento dalla sua lettura.
Gaetano Scognamiglio, Presidente PROMO PA Fondazione