I profili penali degli appalti pubblici, ultimo lavoro di Gaetano Viciconte, edito Giuffré, rappresenterà un punto di riferimento sia per le pubbliche amministrazioni che per gli operatori, per aiutarli a percorrere senza danni una strada, quella dei contratti pubblici, che é diventata sempre più impervia perché si è consolidata una quasi sovrapposizione, anzi una presunzione, che debba esistere una coincidenza fra appalti e comportamenti penalmente rilevanti, al punto che all’Autorità anticorruzione è stata attribuita la vigilanza sui contratti pubblici, come se gli altri rami della PA fossero esenti da quelle patologie.
Il tutto in un quadro, aggravato dal fatto che il legislatore ha sostanzialmente trasformato negli anni le fattispecie di eccesso di potere in abuso di ufficio, rendendo penalmente rilevanti comportamenti un tempo confinati nel vizio amministrativo.
L’autore si sofferma sui fatti che possono assumere rilievo penale su tutta la procedura di gara. Si va dalla perimetrazione degli oneri dichiarativi agli elementi caratteristici della turbativa d’asta. In materia di esecuzione, particolare attenzione viene posta ai casi di frode e di subappalto non autorizzato. Di grande attualità il tema del sindacato del giudice penale sulla discrezionalità amministrativa , che apre la riflessione sulla modifica dell’abuso di ufficio dopo la riforma del 2020. Qui l’Autore si sofferma sulle finalità della riforma, su quelli che definisce i relativi effetti collaterali e sulle sentenze della Suprema Corte, che sembrano voler ridurre la portata della riforma stessa.
Particolarmente interessanti, perché assumono un rilievo più generale rispetto al tema specifico del testo, sono gli ultimi due capitoli: il quinto, sui nuovi strumenti d’indagine e soprattutto il sesto, che dovrebbe essere considerato un importante riferimento per il legislatore che si accinge ad approvare la delega per l’ennesima riforma dei contratti pubblici, che non potrà non affrontare il tema della qualificazione dei fornitori in un’ottica di realismo, che tenga conto anche di quanto ha maturato in merito l’ANAC.
Gaetano Scognamiglio