Riforma della Pubblica Amministrazione e partecipazione della dirigenza

Gaetano Scognamiglio, Presidente PROMO P.A. Fondazione

 

"La riforma della Pubblica Amministrazione è un processo lungo che auspicabilmente deve coinvolgere anche gli addetti ai lavori". È quanto ha affermato Marcello Clarich commentando i risultati dell'VIII rapporto su LA PA VISTA DA CHI LA DIRIGE, presentato martedì al Ministero della Pubblica Amministrazione.

Dal rapporto emerge chiaramente la perplessità dei dirigenti verso una riforma che non sia accompagnata da una parallela azione volta a ridurre il carico di una legislazione ormai ipertrofica e contraddittoria, perché ispirata tuttora dalle varie emergenze. L'instabilità normativa che ne deriva aggrava l'insicurezza degli operatori, cui vengono addebitate responsabilità crescenti. Le recenti norme in tema di prevenzione della corruzione poi, se non saranno effettivamente semplificate, come previsto espressamente dal ddl delega sulla riorganizzazione delle Amministrazioni Pubbliche, porteranno inevitabilmente i dirigenti a irrigidirsi e a cautelarsi attraverso comportamenti  difensivi, che non potranno non incidere su tempi e efficacia.

Anche il giudizio sull'attuale regime sulla valutazione della performance è assai negativo e se ne auspica una modifica, anch'essa in verità prevista dal citato ddl delega.

La  necessità di superare comunque  le problematiche emerse dal rapporto, procedendo sulla strada di una riforma che è considerata fondamentale per il rilancio del sistema Paese, è stata affermata da Bernardo Polverari, Capo Gabinetto del Ministro Marianna Madia. In effetti una Pubblica Amministrazione efficiente è uno dei pilastri per lo sviluppo di una società moderna, come già affermava  Schumpeter e non solo l'Ocse o l'Unione Europea che sollecitano l'Italia in tal senso.

Ma per procedere in tal senso bisogna restituire dignità all'amministrazione attiva, perché la burocrazia pur avendo molte colpe non può averle tutte. In realtà la burocrazia è lo specchio della legislazione e spesso comportamenti patologici non sono altro che le dirette conseguenze della conforme applicazione di una legislazione di scarsa qualità.

Bisognerebbe poi evitare che nei processi di riforma si ascoltassero solo i cori osannanti, che spesso non provengono dagli addetti ai lavori, che per esperienza sono rimasti marginali nei processi di riforma.

La voce dell'amministrazione attiva è invece essenziale, anche per evitare omogeneizzazioni che sono fuori dalla realtà. In Francia esistono tre funzioni pubbliche, per l'amministrazione centrale, per la territoriale e per la sanità.

Pensare in Italia di ridurre tutto a un unico schema e a un unico regime, trascurando le professionalità specifiche indispensabili per le specifiche caratteristiche dei diversi settori, è un errore che creerà instabilità e ulteriore incertezza nelle amministrazioni con ripercussioni inevitabili nei servizi.

Una riforma destinata a migliorare la vita degli amministrati ne dovrebbe tener conto.

Infine il vecchio dibattito politica/amministrazione, che sembra riprendere, negli anticipi della riforma, la strada di una precarizzazione almeno funzionale della dirigenza, attribuendo alla  classe politica la titolarità di scegliere e di attribuire cariche in un contenitore unico dalle professionalità indifferenziate. Mi sembra un rischio, non a caso evocato, citando il caso italia, nell'annuale convegno del GEAP (Gruppo Europeo di Pubblica Amministrazione), che si è concluso la settimana scorsa a Speyer, sede della prestigiosa scuola di Pubblica Amministrazione tedesca, che diploma i migliori burocrati d'Europa, professionisti di carriera con elevato standing professionale e spirito di corpo. Spirito di corpo, declinato nella consapevolezza espressa dalla stragrande maggioranza dei dirigenti, di essere civil servants, che auspicabilmente dovrebbe far seguire con attenzione, naturalmente con spirito costruttivo e nell'interesse del Paese, tutti i prossimi passaggi del ddl delega.

Chi vuole ricevere i risultati dell'VIII rapporto su LA PA VISTA DA CHI LA DIRIGE può farne richiesta, inviando una mail a info@promopa.it o telefonando al n. 0583/582783.

 


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