La Camera, dopo quasi quattro anni di lavori, ha approvato definitivamente la Legge di modifica del Codice Antimafia (D.Lgs. 159/2011), attesa adesso alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Somo molte le modifiche apportate, dal sequestro-confisca più efficaci, al controllo giudiziario delle aziende a rischio infiltrazione, dalla riorganizzazione dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati alle misure di sostegno alle aziende sequestrate. Al centro del dibattito è stato però l’ampliamento dei soggetti destinatari delle misure di prevenzione personali e patrimoniali ai delitti contro la Pubblica Amministrazione, il terrorismo, la truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche e lo stalking.
Quindi, secondo le disposizioni del nuovo Codice Antimafia, anche a chi commette il reato di corruzione o peculato si applicheranno le misure di prevenzione personali, come ad esempio la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, la custodia cautelare, la libertà vigilata, e patrimoniali, come ad esempio la confisca, il sequestro, le indagini patrimoniali, la cauzione e l'amministrazione giudiziaria dei beni personali.
Tale equiparazione tra corrotti e mafiosi ai fini dell'applicazione delle misure di prevenzione è stata criticata da più parti, e anche dal Presidente dell'ANAC Raffaele Cantone: "Credo che non era opportuno, né necessario, né utile estendere le misure di prevenzione ai soggetti indiziati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla concussione e anche al peculato, perché non è necessario per il contrasto alla corruzione, perché le misure di prevenzione potevano essere già optate in casi eccezionali, perché esistono forme di sequestro e di confisca collegate alla sentenza di condanna".